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  • Immagine del redattoreStefano Belacchi

Le attività di Wolf Howling divulgativo nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi



Anche quest'anno il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi organizza alcune uscite di Wolf Howling divulgativo. Di cosa si tratta?

Il Wolf Howling è una tecnica di monitoraggio delle popolazioni di lupo, ed è una delle poche applicabili ad una specie prettamente notturna. La tecnica si basa sul fatto che, essendo il lupo una specie sociale che ha come nucleo di base il gruppo familiare composto dalla coppia riproduttiva + cuccioli dell’anno + uno o due individui (solitamente femmine) delle cucciolate precedenti, è normalmente stimolato a rispondere agli ululati di altri individui o gruppi nelle vicinanze o addirittura nel proprio territorio. Il compito dei ricercatori è quindi quello di emettere una serie di ululati registrati, seguiti da momenti di ascolto per captare eventuali risposte e cercare di quantificare il numero di soggetti che hanno risposto, ponendo particolare attenzione ad eventuali ululati di cuccioli (che indicano l’avvenuta riproduzione) contribuendo in tal modo a stimare la popolazione di un determinato ambito territoriale.


Ma cosa stiamo comunicando a questi lupi?

L'ululato è uno dei principali metodi di comunicazione dei lupi, che viene anche utilizzato per "sondare il territorio". Probabilmente, ascoltare un ululato “sconosciuto” nella propria zona significa che qualche lupo "estraneo" si trova nel territorio del branco. Il branco (che sarebbe meglio chiamare nucleo familiare) tende perciò a rispondere in maniera corale per comunicare all'ipotetico intruso, che il territorio è già occupato .

Non si può quindi negare che l'emissione di ululati (artificiali o registrati) abbia un certo effetto sulle popolazioni residenti ed è per questo che l'attività è regolamentata in maniera molto stringente dall'Ente Parco.



Le attività di Wolf Howling divulgativo sono però una straordinaria occasione per coinvolgere chi vive e frequenta i territori del Parco, nella raccolta di informazioni aggiornate ed ottenute in modo corretto, in merito ad abitudini e diffusione dei lupi nel nostro territorio; a tale scopo i ricercatori del Parco hanno messo a punto un protocollo che consente ad alcune guide, selezionate e adeguatamente formate, di svolgere questa delicata attività, minimizzando il disturbo.


Il periodo dell'anno in cui il wolf howling divulgativo viene autorizzato è tra novembre e gennaio. In questi mesi gli eventuali cuccioli dell’anno, sono orami abbastanza grandi da seguire il resto della famiglia in tutte le attività e di conseguenza i branchi al completo si "riappropriano" del territorio a loro disposizione. E' un periodo di movimento e di perlustrazione del territorio, in cui non sono più costretti a restare nei dintorni della tana ove, fino a pochi mesi prima, vivevano stabilmente i cuccioli e non devono ancora preoccuparsi di trovare un nuovo sito per la prossima cucciolata!


Ogni guida autorizzata ha a disposizione una sola area e una sola giornata in cui emettere l'ululato registrato. Luoghi e date sono individuati dall’Ente Parco in modo da evitare sollecitazioni ripetute, nell’arco di poco tempo, a carico degli stessi branchi.


Quest'anno la nostra guida Enrico Laghi ha ottenuto dal Parco un territorio nuovo, le alture che circondano Castagno D'Andrea nel versante fiorentino del Parco. La sua giornata dedicata a questa attività, comincerà al Rifugio La Castellina dove darà alcune informazioni di base sull'attività e sulle abitudini del lupo, per poi uscire al tramonto per raggiungere i punti di emissione, dove si effettuerà il wolf howling. Clicca QUI per i dettagli di questa uscita.



Ovviamente la risposta è auspicata, ma non assicurata; molto dipenderà anche da quanto il gruppo di escursionisti saprà essere silenzioso, oltreché dalla presenza di lupi nella zona e dalle fondamentali condizioni meteo (il vento infatti limiterebbe molto la propagazione dei suoni sia in emissione, sia in ascolto); fondamentale è ovviamente l'immancabile fattore CULO!


C'è inoltre una ulteriore caratteristica del lupo che a volte non teniamo in debita considerazione, quando non sentiamo risposte: questi animali straordinari hanno evoluto un udito estremamente acuto, sono quindi in grado di sentire l'ululato che verrà lanciato, anche da distanze elevate. Non essendo altrettanto fine il nostro udito non è da escludere che loro ci sentano e magari rispondano pure, ma che noi non si riesca ad ascoltare il loro ululato.


Come questa attività può essere di aiuto alle ricerche sul lupo?

Le guide autorizzate sono tenute a registrare i dati raccolti. Luogo e orario di emissione, condizioni meteo, numero di persone presenti, ecc.

In caso di risposta devono annotare se si tratta di una risposta singola o corale, se si percepisce la presenza di esemplari giovani (riconoscibili dall'uggiolio), l'eventuale risposta di cani (riconoscibili dal fatto che quasi sempre gli ululati sono inframezzati da abbai), ecc.

Queste informazioni, una volta riferite all'ente Parco, entreranno a far parte nel database delle segnalazioni di presenza del lupo per concorrere ad un monitoraggio costante delle popolazioni del Parco.


Quali sono gli altri metodi di censimento e monitoraggio del lupo?

Oltre alle attività di wolf howling scientifico (fatte da singoli ricercatori nell'ambito di progetti specifici anche in periodi più sensibili) lo studio dei lupi si basa su altri due metodi di indagine prevalenti: la raccolta di campioni e l'osservazione indiretta.

L'osservazione viene fatta principalmente tramite fototrappole, posizionate da personale autorizzato e formato, in punti strategici di passaggio. Si riesce in questo modo ad osservare la composizione dei nuclei familiari, lo stato di salute e le abitudini spaziali.

Vengono inserite nel database anche le osservazioni casuali purchè affidabili (fatte da personale competente o supportate da foto o video) anche se offrono un dato meno scientifico proprio perchè sottoposto al caso.

La raccolta di campioni viene invece fatta per lo più su percorsi prestabiliti (transetti) che i ricercatori percorrono ad intervalli di tempo regolari per individuare tracce di presenza (principalmente escrementi). La raccolta dei campioni oltre a fornire un dato di presenza può essere anche utile per indagini sull’alimentazione o per analisi genetiche che forniranno dati molto approfonditi e specifici, come i rapporti di parentela fra i vari individui, l'eventuale traccia di ibridazione, ecc.


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Un sentito ringraziamento a Luciano Cicognani per la revisione scientifica del testo

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