17 giugno 2016
Sono appena rientrato dal primo giro esplorativo per controllare la crescita dei galletti (Cantarellus cibarius) nei boschi circostanti casa mia. A mani vuote ma con due incontri davvero inaspettati. Va detto che questi boschi sono ad una quota media, ex zone di castagni da frutto, oggi ceduati, e mescolatisi con le molteplici essenze spontanee. Non si tratta di boschi particolarmente belli, niente a paragone con le vaste foreste che si estendono qualche centinaio di metri più in su, ma si tratta di quelle zone completamente abbandonate al loro spontaneo sviluppo senza ulteriori interferenze dopo gli ultimi tagli a ceduo di ormai alcune decine di anni fa. Ogni giorno li percorro per una passeggiata con il cane o alla ricerca di un pugno di funghi con i quali mettere insieme un sugo per cena e.. si, li conosco come le mie tasche. Li conosco in tutte le loro varianti stagionali, ogni pianta, ogni fungo, ogni uccello, anfibio, rettile, mammifero. So se troverò acqua nei fossi o no, riconosco le piante che si sono schiantate di recente e i nuovi rami che sono caduti attraverso la loro fitta ma selvaggia rete di antiche piste.
Il mio fischiettare ha richiamato l'attenzione del Picchio Nero, fino a questo momento incontrato qui solo un'altra volta e durante un'abbondante nevicata invernale per la quale pensavo si fosse spostato dal suo territorio abituale in maniera occasionale. Non è stato un semplice incontro m un vero e proprio carosello di attenzioni reciproche. Al notare la mia risposta al suo richiamo ha azzardato vocalizzazione sempre più articolate, tambureggiamenti e avvicinamenti progressivi fino a giungermi a non più di una decina di metri di distanza. Accortosi della mia appartenenza ad altra specie animale ha ritenuto più saggio spostarsi sulla cima delle piante più alte continuando però per diversi minuti a tentare nei modi più vari di comunicare!
Se avessi mai avuto dubbi, oggi ho avuto l'ennesima verifica che la non frequentazione umana può solo arricchire gli habitat, l'abbandono della ceduazione, dei tagli sistematici e intensivi, della rimozione del legno secco dal suolo, l'allontanamento delle mandrie e greggi.. Nel volgere di pochi decenni si nota già un progressivo sopraggiungere di nuove specie che concorrono ad arricchire e complicare gli ambienti "naturali".
21 gennaio 2017
Questo pomeriggio ha deciso di farsi nuovamente notare! Stavo rientrando da un'escursione e procedevo un po' affaticato verso la porta di casa quando un trillo inconsueto ha catturato al mia attenzione. Un'ombra nera stava attraversando in volo la radura per posarsi su un alto pino secco proprio davanti casa. Mentre lui si affaccendava nel suo lavoro di ricerca di insetti sotto la fragile corteccia secca del pino, io mi intrufolavo di soppiatto in casa per avventarmi sulla macchina fotografica. Quasi a celebrare il nostro precedente incontro primaverile è rimasto alcuni minuti a godersi le grasse larve del pino facendo bella mostra di sé e permettendomi di tentare qualche improbabile fotografia.